LA STAMPA WEB
2/3/2009 (19:48) - IL CASO
Gelmini: il maestro unico non si tocca
Le preiscrizioni hanno sancito una bocciatura della riforma
Per 300 mila famiglie la scelta sull'orario è a rischio. Il ministro invoca anche più rigore sui voti
ROMA
A iscrizioni chiuse è ancora bufera sulla «riforma» delle elementari voluta dal Governo e si rincorrono rassicurazioni e allarmi. «Il maestro unico - si è affannata a ripetere oggi il ministro Gelmini - c’è, indipendentemente dal quadro orario scelto. Esiste nelle 24, 27 e 30 ore. Credo che il cosiddetto modulo, la presenza di più insegnanti nella stessa classe, non abbia portato buoni risultati. Il modello del maestro unico di riferimento si conferma indipendentemente dalla scelta delle famiglie che sembra abbiano privilegiato le 30 ore».

E il problema, secondo Tuttoscuola, nasce proprio da questa scelta. Se risultasse confermato il sondaggio diffuso ieri dal ministero relativo alle iscrizioni, secondo la rivista specializzata ci sarebbe solo un 3% di classi funzionanti a 24 ore, e un altro 3% speculare di classi a 30 ore, dal momento che gli organici (lasciando da parte il tempo pieno per il quale la Gelmini ha più volte assicurato il mantenimento degli attuali livelli) sono stati «tarati» su un monte ore totale di 27 ore e dunque la sorte delle 30 ore sarebbe, in buona sostanza, legata a quella delle 24.

In questo caso due terzi delle prime classi (67%) risulterebbe con il modello orario a 27 ore settimanali (benchè solo il 7%, secondo il sondaggio del ministero, abbia scelto quel modello orario). Insomma di quel 90% di italiani che gradiscono un tempo medio lungo di 30-40 ore settimanali risulterebbe soddisfatto un terzo, perchè il 27% di classi a 40 ore e il 3% a 30 ore fanno un totale complessivo del 30%, mentre il 60% si dovrebbe accontentare dell’orario breve di 27 ore. Considerando che gli iscritti al primo anno della primaria sono circa 500 mila (511 mila nel 2008-09) sarebbero circa 300 mila le famiglie alle quali potrebbe non essere accordato il tempo medio lungo richiesto.

«Non servono artifici tecnici o false verità: i genitori si aspettano le 30 ore, con la mensa e la compresenza, e si aspettano il tempo pieno come tempo scuola e non come doposcuola. Il ministro sa che senza soldi e con tanta demagogia - ha osservato l’ex titolare del dicastero dell’Istruzione, Giuseppe Fioroni - non si educano i nostri figli». E se per Francesco Pasquali, del Pdl, «le cassandre del Pd e dei sindacati dovrebbero arrendersi all’evidenza anzichè strillare "al lupo, al lupo" sul maestro unico», i sindacati insistono nel criticare l’azzeramento del modulo: «un grave errore» ha osservato la Gilda; il ministro Gelmini «la smetta di imporre modelli e rispetti l’autonomia delle scuole» ha esortato il leader della Cisl, Francesco Scrima; Berlusconi e la Gelmini sul tempo pieno «mentivano sapendo di mentire» ha accusato l’Unicobas.